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Benessere

Agopuntura per i disturbi del sonno

L’importanza del ciclo del sonno

Complici i ritmi di vita serrati dell’epoca moderna, la necessità di trascorrere molte ore davanti agli schermi dei dispositivi personali come PC e smartphone e, di recente, anche le alterate abitudini dovute alla pandemia di Covid-19, sempre più persone scoprono di soffrire di disturbi del sonno. Il riposo, spesso sottovalutato, è in realtà un motore di grande rilevanza per il nostro organismo e la sua carenza può portare a una serie di fastidi e problematiche più o meno gravi. È infatti necessario pensare al sonno come a una sorta di cibo per il nostro cervello e per il nostro corpo in generale, un momento di ristoro essenziale per i circuiti neuronali, che possono così mantenersi in salute. Non solo: alcuni studi hanno dimostrato che una buona routine del sonno ha effetto anche sul nostro aspetto esteriore e, in particolare, sulla nostra pelle, svolgendo una vera e propria azione anti-età.

Insonnia e problematiche

Come è facile immaginare, se da un lato una buona routine del sonno è in grado di mantenerci in salute, dall’altro la sua carenza può portare alla comparsa di una serie di disturbi di diversa gravità. Innanzitutto, è bene specificare che sono necessarie almeno 8 ore di sonno per far sì che il nostro cervello raggiunga un livello di rilassamento tale da permetterci di svegliarci riposati. Anche l’esposizione alla luce assume un’importanza rilevante per quanto riguarda i ritmi del sonno: è consigliabile infatti limitare le fonti luminose alle ore centrali del giorno, evitando invece di esporre lo sguardo a luci forti, come possono essere quelle di televisori e smartphone, la sera, specialmente prima di coricarsi. L’insonnia prolungata e i ritmi del sonno non equilibrati possono avere ripercussioni anche gravi sul nostro organismo. Alcune delle patologie più strettamente legate alle condizioni di insonnia e cattivo riposo includono:

  • le malattie cardiovascolari;
  • il diabete;
  • la demenza e la perdita di memoria;
  • i deficit del sistema immunitario.

 

L’agopuntura per trattare i disturbi del sonno

In caso di insonnia e routine notturne poco equilibrate, la Medicina Tradizionale Cinese viene in nostro soccorso con l’agopuntura. Seguendo i principi di questa pratica clinica, è possibile paragonare il mancato riposo a un reiterato squilibrio all’interno del nostro organismo, dovuto all’accumulo di calore o fuoco con conseguente deficit della carica energetica. Spingendosi ancora più in là, si può definire il sonno come la necessità dello Yang di rientrare nello Yin durante le ore notturne. Attraverso le sedute di agopuntura è dunque possibile agire sui centri o “movimenti” che regolano l’equilibrio e riacquistare l’opportunità di sfruttare le ore di buio per un riposo ottimale e una piena ripresa delle funzioni fisiche e mentali.

Agopuntura o terapia farmacologica?

Gli studi effettuati sull’agopuntura hanno dimostrato come questa risulti efficace nell’accompagnare le terapie farmacologiche; questo, però, è quanto è stato evidenziato nei casi di disturbi del sonno di più grave entità. I disturbi del sonno meno severi possono invece essere affrontati con la sola agopuntura, che rappresenta spesso una valida alternativa all’assunzione di medicinali. I farmaci per il trattamento dell’insonnia non sono infatti esenti da effetti collaterali, tra i quali è possibile citare la sonnolenza diurna, la tolleranza e la dipendenza. A questo va ad aggiungersi il fatto che molti pazienti sottoposti a terapia farmacologica sostengono di non sentirsi riposati al risveglio e, anzi, di sperimentare un vero e proprio “sonno artificiale”.

Comprendere l’importanza del sonno per migliorare la qualità della propria vita è fondamentale.

Il Centro Politerapico Ribor pratica l’agopuntura per trattare i disturbi del sonno, aiutando a ritrovare il giusto equilibrio nella propria quotidianità.

Contattaci per maggiori informazioni e prenota la Tua visita presso il nostro Centro Medico con uno dei nostri Specialisti in Agopuntura: 02/98993771

 

 

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Approccio fisioterapico ideale per la cuffia dei rotatori

Che cos’è la cuffia dei rotatori

Quando si parla di cuffia dei rotatori, si fa riferimento ad un gruppo di quattro muscoli – con relativi tendini – che si trova nella zona della spalla ed è responsabile della stabilità e funzionalità dell’articolazione scapolo-omerale. Il nome deriva dal fatto che questo complesso muscolo-tendineo forma, in effetti, una vera e propria cuffia a protezione della testa dell’omero. I quattro muscoli che compongono la cuffia dei rotatori sono:

  • il sovraspinato o sovraspinoso, che permette la rotazione del braccio;
  • il sottospinato o infraspinato, che consente l’estensione del braccio;
  • il sottoscapolare, responsabile dell’intrarotazione del braccio;
  • il piccolo rotondo, che permette la rotazione verso l’esterno dell’omero.

 

Pur essendo tutti e quattro dei muscoli fondamentali per il corretto movimento del braccio, il dolore alla spalla è prodotto, nella gran parte dei casi, da lesioni a carico del sovraspinato o sovraspinoso. Tali lesioni possono avere una doppia natura: possono, cioè, essere dovute a un trauma oppure derivare dal processo fisiologico di invecchiamento. Nel primo caso, la rottura parziale o completa della cuffia dei rotatori si verifica come conseguenza di un incidente, di un evento improvviso (ad esempio un forte impatto o un movimento sbagliato), mentre nel secondo caso è dovuta al progressivo, naturale, assottigliamento dei tendini.

I sintomi più comuni delle lesioni alla cuffia dei rotatori (e come risolverli)

A seconda che si verifichi una rottura parziale o completa della cuffia dei rotatori, il dolore può presentarsi in modi differenti. In linea di massima, quando la lesione è causata da un evento traumatico (fenomeno particolarmente comune nelle persone giovani, specie se impegnate in sport di contatto), il dolore tende a interessare soprattutto la parte anteriore della spalla, talvolta estendendosi al braccio. Se si tratta invece di una condizione cronica – dovuta perlopiù al processo degenerativo –, il dolore assume un’intensità maggiore o minore a seconda delle fasi, e si accompagna sempre ad un’importante difficoltà di movimento. Qualora si dovesse subire una lesione della cuffia dei rotatori, si hanno quindi a disposizione due diverse strade per risolvere il problema: optare per un intervento chirurgico (raccomandato soprattutto in caso di pazienti giovani che hanno subito una rottura completa della cuffia), oppure adottare un approccio fisioterapico. La fisioterapia segue generalmente un periodo di riposo e si pone lo scopo di ridurre la componente infiammatoria – e, di conseguenza, il dolore – al fine di recuperare il più possibile la motilità del braccio. Essendo un trattamento di tipo non invasivo, rappresenta di solito l’approccio d’elezione nei confronti dei soggetti più avanti negli anni.

L’ approccio fisioterapico

In seguito a una diagnosi di lesione della cuffia dei rotatori, è possibile rivolgersi ad un centro specializzato in riabilitazione come il Centro Medico Politerapico RIBOR. Il Centro opera con la finalità di rispondere alle esigenze di ogni singolo paziente, tenendo conto del suo quadro clinico complessivo. Un percorso fisioterapico volto a riacquistare la piena funzionalità e motilità del braccio,  parte da un studio accurato del caso specifico. A questa prima fase, segue il momento della definizione di un programma di fisioterapia pensato ”ad hoc” – comprendente sia tecniche manuali che esercizi ginnici da svolgere in sede e/o in ambito domestico. I professionisti del Centro sono a completa disposizione dei pazienti per concordare un piano fisioterapico su misura. Dati i risultati prefissati, stileranno, infatti, una scheda personalizzata, che tenga conto di fattori quali: la patologia, l’età e lo stile di vita del singolo paziente.

Rivolgiti ai Ns Professionisti, chiedi di avere un consulto gratuito per programmare insieme il miglior percorso riabilitativo.

Centro Ribor

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